La parola trauma sta a significare sia lesioni fisiche che psicologiche e la sua etimologia rimanda al concetto di lacerazione. Un evento traumatico ha un enorme potenziale distruttivo, non tanto per l’effetto in sé quanto per la reazione che scatena nel corpo.
In The Unexpected Gift of Trauma, la psicologa clinica Edith Shiro analizza il modo in cui questa lacerazione opera nel caso di traumi psicologici, emotivi. Ci ricorda che questi possono includere tantissime casistiche, dalla morte di una persona cara al vivere un licenziamento, dalla fine di una storia d’amore al sopravvivere a un incidente d’auto. In maniera soggettiva, dopo uno di questi eventi il mondo ci sembra cambiato, siamo confusi, irascibili o ci sentiamo semplicemente anestetizzati. Questo squarcio mette in discussione il rapporto con noi stessi, la nostra storia personale e il mondo che circonda. Il trauma, insomma, è sempre relazionale. È una ferita emotiva e cognitiva, il cui modo di cicatrizzarla può essere altrettanto soggettivo quanto l’esperienza di ciò che può causare il trauma in primo luogo.
Non è un caso che molti dei romanzi di formazione della letteratura così come molti miti classici si concentrino su storie che raccontano questo percorso. Eroi che tornano dalla guerra, tragedie famigliari, perdita dell’innocenza, l’essere umano da sempre fa i conti con le difficoltà della vita, e il trauma ne fa parte. Ciò che cambia è il nostro modo di reagire agli eventi. Alcuni di questi sono in grado di spezzare anche le personalità più forti e non bisogna stupirsi. L’autrice invita piuttosto a guardare con stupore alle vite di chi, come Nelson Mandela, ha saputo trasformare i suoi drammi in qualcosa di unico: un modo di stare al mondo pregno di un significato che trascende l’esperienza puramente individuale.
La crescita post-traumatica viene discussa in ambito scientifico ormai da diversi anni e l’autrice del testo ci offre una sua specifica analisi. Anni di ricerca e una difficile storia familiare l’hanno condotta a sviluppare un percorso suddiviso in cinque step: accettazione radicale, ricerca di sicurezza e protezione, creazione di una nuova narrativa, integrazione, trasformazione derivante dalla saggezza acquisita. La complessità di questa ricerca rende il percorso non lineare, soggetto a probabili salti a ritroso e salti in avanti in maniera imprevista. La crescita d’altronde risiede in gran parte proprio nella capacità che si ottiene di affrontare le difficoltà della vita con amore verso se stessi, senza incolparsi in maniera severa a seguito di eventi avversi. Non ogni dramma che viviamo è responsabilità nostra.